Troverai opinioni diverse (b/c è filosofia, e b/c questo è internet), ma dirò sia sì che no.
Innanzitutto, c’è una parte soggettiva: lo spettatore. Ogni persona, ogni” soggetto”, ha una prospettiva e una storia uniche, e quel punto di vista è l’unico modo che hanno di guardare un’opera d’arte.
Poi c’è un’altra parte, che immagino sia anche soggettiva; questa seconda parte è l’artista. L’artista aveva qualche filo di pensiero e qualche intenzione mentre stavano creando l’opera d’arte, anche se forse uno sconosciuto non avrebbe saputo cosa fosse, se avessero visto l’artista lavorare. La persona che guarda l’arte (probabilmente) non conosce l’artista, quindi l’arte è la loro unica opportunità per indovinare i pensieri soggettivi dell’artista.
Terzo, e infine, c’è l’opera d’arte stessa. La sua natura è oggettiva. Le sue caratteristiche fisiche sono oggettive, e la sua storia individuale e il suo contesto all’interno della storia umana sono oggettivi. Sono il tipo più semplice di cose oggettive: fatti che possono essere verificati. Penso anche che la sua bellezza – e la verità e la bontà, se ne ha-siano anche oggettive. Non appartengono a nessun “soggetto” – qualsiasi persona-quindi per processo di eliminazione devono essere obiettivi. EDIT: Guernica è un esempio di un dipinto che penso possieda verità, bontà e bellezza.
La cosa difficile è che i contributi soggettivi dell’artista e dello spettatore non sono perfettamente separati dalla bellezza oggettiva. L’arte è una forma di comunicazione (i post-modernisti potrebbero non essere d’accordo? non so non importa), quindi l’artista sta pensando allo spettatore, cercando di dire qualcosa o mostrare qualcosa. L’artista deve anche capire la propria prospettiva soggettiva e pensare a come potrebbe influenzare ciò che stanno facendo. Dall’altra parte, lo spettatore è bloccato sia dal proprio punto di vista soggettivo che dal punto di vista soggettivo dell’artista, e deve dare un senso a entrambi per comprendere appieno la bellezza oggettiva dell’arte.
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